Con queste parole i DDP, gruppo Hip Hop tortonese celebravano il campetto di Corso Garibaldi.
A Tortona chi vuole giocare a pallacanestro deve per forza passare di qui.
E’ così da più di 70 anni; dai primi canestri dei Romoletti di Conia, passando per il primo torneo cittadino del 1952, alle sfide del Derthona del Prof. Messina, fino ad oggi alla 18esima edizione del Torneo Armana.
Negli anni ’50 e ’60 era noto come “il cortile dello Scolastico”, poi grazie alla costante presenza ma soprattutto al grande talento del figlio del custode della vicina palestra, divenne noto come “il campetto da Giovi”, ma per tutto è semplicemente il Campetto, c0sì senza appellativo, senza indirizzo, senza numero civico. Informazioni che non servono, qui a Tortona tutti lo conoscono.
In origine il fondo era in terra battuta, che voleva dire polvere o fango quando pioveva, col pallone di cuoio che inzuppato pesava come una palla medica. Poi venne l’asfalto, compagno fraterno dell’infuocato sole estivo, fino al cemento lisciato di oggi. Tabelloni resistenti all’intemperie con canestri ben saldi e righe a terra ci sono dal 2000, eppure tutto sembra immutato, sempre uguale, sempre 2 canestri ed un pallone, sempre Pallacanestro.
Prima il campetto era la casa del Derthona Basket, un coach che allenava, una squadra 5vs5 a tutto campo, braghe corte e canotta stretta dentro i pantaloncini. Era la pallacanestro degli albori.
Ma a Tortona serviva una struttura più grande e adeguata per la voglia di basket dei tortonesi. Negli anni ’70 arriva il Palazzetto del Sport di Corso Alessandria intotolato ad Uccio Camagna. Ora il Campetto è svuotato, rimane un semplice punto di ritrovo estivo.
Gli anni corrono fino alla fine degli anni ’80 inizi ’90, non c’è una regola fissa; spesso non trovi nessuno che gioca, solo il sole che picchia verticale su quell’asfalto bollente e qualche macchina che profana il campo usandolo come parcheggio.
Verso il tardo pomeriggio poi, arrivano in 10 o a volte anche più; sono arrivati i ragazzi del Derthona Basket, delle mitiche lotte Peano contro Dante, che anche d’estate hanno sempre voglia di giocare a basket. Ecco Ala, Bombo, Matteo Roveta, Comi, Canè, Arba, Fermo, Il Cattoz, Teo, il Piru, Fox, Ciada, Ventu e tanti altri.
Si va a 101, tutto campo. Ok?
Qualche anno più in là Michael Jordan si ritira dalla pallacanestro per il Baseball, in Italia arriva l’MTV generation, e in TV il film “chi non salta bianco è“, per la prima volta si comincia a parlare di StreetBasket. La Musica Hip Pop è il sottofondo naturale e anche al campetto di Tortona si vedono: pantaloni larghi e lunghi sotto il ginocchio, polsini, fascette, Teo Marcheselli sullo Skate e i primi tatuaggi.
Ad essere onesti il 3vs3 a Tortona non è una questione di moda, ma di necessità. Al campetto è rimasto solo un canestro e per qualche anno su quella metà campo le sfide sono tra i giovani delle due squadre cittadine: Derthona Basket e Gonzaga. Sono gli anni di Trony, Secchi, Benz, Giaco, Cami, Carbo, Teo, Ghillis, Maru, Sasso, Sem, Cocci, Caro, Crema e i DDP.
Gli anni ’90 s0no agli sgoccioli quando incomincia a girare la voce che il Campetto diventerà un parcheggio. Si pensa che un pezzo di storia a Tortona stia per chiudersi ma fortunatamente nessuna notizia è stata più falsa.
Inizia così il recupero dell’intera area; viene aggiunta una seconda metà campo che regala a Tortona un Campetto degno del suo nome.
Il Tempo di far scolorire un po’ le nuove righe del campo e nel 2005 si celebra la prima edizione del Torneo Armana.
Dopo 18 anni da quella prima volta siamo ancora quì e il Derthona Basket è in seria A.
Tortona è Basket Town.
Ci vediamo domani al campetto.