Qualche giorno fa mi trovavo con l’On. Beatrice Lorenzin mentre postava sul proprio profilo Facebook un commento ad un articolo su 7 del Corriere della sera di Beppe Severgnini; niente di troppo audace, un post che definirei “bianco” legato alla classe media in Italia e a come si stia negli ultimi anni liquefacendo.
Ed ecco qui cosa succede sui social… si scatenano i commenti; non entro in tecnicismi legati a gruppi organizzati di gestione dei commenti, bot, o sistemi automatizzati di risposta, quello di cui sto parlando è la semplice reazione che ogni singola persona ha quando un interlocutore apre la bocca o digita sulla tastiera. Il pensiero e le azioni delle persone sono legate alle proprie esperienze, a quello che provano e a quello che ascoltano, ma se per troppa fretta o impulsività smettiamo di ascoltare, smettiamo di leggere e dimentichiamo la nostra possibilità di creare un pensiero autonomo ci rimarrà, a questo punto, solamente una cosa da fare: credere
Credere come se fosse religione alle parole che il nostro “profeta” pronuncerà, sperando che in futuro non dica castronerie … ma in fondo la cosa non ci interesserebbe neanche molto; di fatto avremmo già smesso di leggere e dopo aver piazzato il commento con un nuovo “tap” saremmo già su una nuova pagina web che possa sottolineare la nostra superficialità.