Ognuno di noi possiede alcuni oggetti che non cederebbe per niente al mondo. Quelle sono le collezioni che vivono di cuore e ricordi.
Da bambino passavo spesso la mattinata con mia nonna; in quei momenti la cosa che ti ricordi indelebile è la routine, che da piccolo chiameresti più Noia.
Sono le 11.00, il momento nel quale mia nonna si spostava in tinello e cucina dopo avere sistemato la casa e si iniziava ad operarsi per preparare il pranzo. Questa seconda metà della mattinata veniva scandita con il sottofondo dei programmi televisivi del mattino. Uno di questi era Forum.
Mi ricordo ancora a distanza di alcuni decenni di quella puntata dove una ragazzo invitava una ragazza dopo un appuntamento a salire a casa sua per mostrargli la sua “collezione di farfalle”.
La ragazza accettò ma la sorpresa che portò la ragazza a comparire davanti al giudice Santilicheri di Forum fu che non c’era nessuno doppio fine a quell’invito; la collezione esisteva realmente e la ragazza accidentalmente fece cadere una delle cornici con una farfalla dentro rompendola.
A fine degli anni 80, inizio dei 90′ le collezioni che andavano di moda erano così noiose per un bambino; parliamo di Farfalle, Francobolli e Monete. Niente di così Appealing.
Ho provato per qualche anno con le monete; ricordo ancora il raccoglitore verde regalato dai miei genitori con la Moneta commemorativa delle Olimpiadi di Barcelona 92 e un Rublo, ma non è durata molto. Ero troppo piccolo ed il tutto era troppo lento. Avevo bisogno di qualcosa di più dinamico.
In effetti le Collezioni sono belle quando sono ormai avviate e iniziano ad avere anche un impatto visivo. In quegli anni ricordo solamente in cameretta la collezione di Dylan Dog di mio fratello o quella di Tex Willer nella bottega di Carlino, il mio parrucchiere, in Corso Montebello.
Non sono mai stato “attaccato” agli oggetti; a casa nostra ero io quello che buttava via le cose appena smettevano di funzionare senza pensarci e soffrirci. Gli oggetti erano e sono solo cose per me, ma i ricordi invece sono tutt’altro.
4 Traslochi, 5 case abitate e altre 4 che conservano ancora i miei vestiti. In tutti questi anni le volte che un amico/a, fidanzata, famigliare ha visto i miei armadi ha sempre posto la stessa domanda:
Ma quante Magliette hai?
Tutte le volte la mia risposta è sempre stata la medesima:
Pensa che questa è solo una parte, in tutto saranno più di mille.
Sarebbe stato più cool definirsi un “collezionista di magliette” ma la realtà è diversa, per me sono solo ricordi. Le T-shirt di cotone sono solo un modo per tenerli lì e riassaporarli tutte le volte che apro un cassetto.
Non importa quanto siano rovinate, quanto siano piccole, sporche o inadeguate, alcune sono fatte solo per rimanere lì e non per essere indossate.
Unica regola: Non si buttano mai!
Il mio primo sentimento legato ad una maglia risale ai primi anni 90′; mi trovo con i miei cuginetti al campo da Calcio di Momperone; siamo li a giocare a calcio tutto il pomeriggio come succede quasi tutti i giorni d’estate. Mi ricordo il caldo di quella giornata e la maglietta bagnata attaccata alla pelle; quel misto di sudore e acqua della fontanella rende il tessuto molto poco resistente considerato che stiamo parlando di una maglia blu scuro con scritta arancione di mio papà con più di un ventennio alle spalle.
Dopo un Gol decido di esultare provando a strapparla sul petto e con mia sorpresa la maglietta si “apre” facilmente.
Tornato a casa ricordo mio padre dirmi: “Peccato, era una maglietta che avevo ricevuto ad un clinic di basket tanti anni fa”.
In quel momento capisco che quel pezzo di cotone può portare con se molti più ricordi di quello che si possa immaginare e non è solo un oggetto.
Oggi nel mio armadio ogni maglietta porta con se il proprio pezzo di storia ma in particolare le 2 nella copertina di questo articolo sono tra quelle alle quali sono particolarmente affezionato.
Il cotone di entrambe è talmente sottile che sono diventate quasi trasparenti, ormai le uso solamente in casa e con cura perchè vorrei durassero ancora altri decenni con me.
La prima, quella Grigia, è con me dal 1998. Mi ricorda una delle annate più gratificanti della mia vita. Primo anno delle superiori, l’anno che mi ha visto per la prima volta convocato in panchina con la prima squadra del Derthona Basket, ma soprattutto che mi ha portato ad essere uno dei 12 ragazzi nati nel 1983 a rappresentare nel Trofeo delle Regioni del 1998 svoltosi a Cervia la Regione Piemonte e Valle D’Aosta nella categoria “Allievi”.
Quella maglietta grigia e un po’ anonima era il nostro sopramaglia (maglia da riscaldamento) che copriva le nostre divise Nere e Gialle.
Mi ricordo ancora le nostre lamentele una volta ricevuta. Era semplicemente brutta e banale. Ricordo ancora tutti noi dire al coach:
“Ma non potevano farcele come quella degli altri?”
In quella partita giocavamo contro la regione Emilia Romagna che aveva un sopramaglia super figo e oversize in stile NBA.
La risposta di Max il coach fu da antologia:
“Ragazzi non pensate al sopramaglia, pensate se vi avessero fatto anche la divisa come loro”
Max Raseni
In effetti l’Emilia Romagna giocava con una divisa giallo paglierino molto più vicino al color carne e con uno stile attillato e corto molto anni 70.
In quel momento capimmo subito che in fondo non c’era andata così male.
La seconda Maglia invece è verde oliva con la scritta “sospesi nel verde” ed è stata comprata a Luglio 2008 al Parco Avventure di Veglio (BI).
Quell’estate l’ho passata a lavorare come educatore con il Villa ed Alessandra nel centro estivo del Comune di Tortona. Ringrazio ancora ogni volta che ci penso Silvana (chi è di Tortona sa di chi sto parlando) per avermi dato quella possibilità. Solo ricordi positivi legati non solo a tutte quelle giornate passate in piscina o in qualche gita ma per il rapporto che siamo riuscito a stringere con quei ragazzi.
Su 24 ragazzi del gruppo almeno una decina facevano parte della squadra U13 che allenavo al Derthona Basket. E’ stato un modo per non perdersi in una pausa estiva ma per rimanere in contatto, un contatto che dura ancora oggi a 15 anni di distanza.
E arrivato il momento di chiudere, anche perchè potrei continuare a snocciolare aneddoti e ricordi su queste due magliette e su molte altre ma se vuoi saperne di più sulla mia collezione potrei invitarti e dirti:
“Vuoi salire a vedere la mia collezione di ricordi?”